Perché prendere un dottorato? Prospettive e opportunità

Come in tutte le scelte della vita ci sono vantaggi e svantaggi. Perché prendere un dottorato quando nella vita potresti lavorare in un settore professionale e non accademico? Quali sono le prospettive che allettano maggiormente gli studenti che decidono di infondere determinazione, impegno e volontà nella formazione post universitaria. Perché non accontentarsi di un master a Trieste e continuare con il dottorato? Vediamo quali sono le prospettive future e le opportunità per gli studenti.

Dottorato di ricerca in Italia

dottorato stipendiParliamo un po’ di come nasce il dottorato nel sistema universitario italiano. Secondo la pagina Wikipedia, che raccoglie i profili e le caratteristiche delle forme di dottorato di ricerca nel mondo e nel nostro Paese, questo ulteriore step universitario è stato previsto dalla legge delega del 21 febbraio 1980, n.28, ed è istituito tramite Decreto Ministeriale qualche anno dopo, il 5 giugno del 1982. I corsi di studio sono stati attivati principalmente nel 1983.

Agli esordi il titolo accademico che si otteneva tramite dottorato era valutabile solo nell’ambito della ricerca scientifica. Tuttora rappresenta il terzo livello di studi ed è considerato il più alto dell’istruzione universitaria. I requisiti di ammissione per la legge italiana fissano il possesso della laurea magistrale rilasciata da un’università italiana, oppure un titolo equivalente, come anche un diploma di laurea ottenuto in un altro Stato e dichiarato equipollente.

In italiano ci riferisce al titolo con l’abbreviazione Dott. Ric. anche se viene molto più frequentemente utilizzata la modalità inglese Ph.D.

Si accede ai corsi tramite concorsi, anche di tipo internazionale, che vengono indetti dalle singole università italiane. I requisiti di ammissione ai corsi e le modalità specifiche possono essere stabilite dalle singole università in autonomia, così come per le denominazioni dei corsi stessi. Il dottorato di ricerca di solito dura circa tre anni accademici e si conclude con la discussione di una tesi con esame finale.

I titoli conseguiti presso altri Stati, non vengono automaticamente riconosciuti, ma possono essere utilizzati come previsto dalla legge, previo riconoscimento da parte del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca.

Quando fare il dottorato

Come abbiamo visto la partecipazione a un dottorato è vincolata ai concorsi e al conseguimento del titolo di laurea magistrale. Quando ci si iscrive all’Università non si è soliti guardare così tanto oltre, così capita spesso che le persone che arrivano a fare il dottorato lo abbiano scelto durante la frequentazione del corso di laurea magistrale.

Il dottorato è per impostazione molto diverso dall’università come viene conosciuta e vissuta durante i corsi di laurea. Chi ci arriva ha un bagaglio di esperienze strutturate, spesso anche professionali, non soltanto accademiche. A volte è un’alternativa validissima e allettante alla ricerca di un lavoro. Ma soprattutto è un percorso legato strettamente alla vocazione nei confronti della formazione. Gli studenti del dottorato si sentono a loro agio nell’ambiente accademico, partecipano attivamente alla vita dell’università, partecipano ai convegni, e questo spesso li porta ad avere ottimi rapporti con i docenti, che sono coloro i quali a volte si spingono a suggerire ai più promettenti di iscriversi al concorso per il dottorato. Quindi alla domanda: quando fare il dottorato? La risposta univoca non esiste, ma indubbiamente iniziare a focalizzare questo obiettivo quando si è creata una bella sinergia tra i docenti e lo studente, tra il contesto accademico, gli interessi personali e le prospettive di formazione, allora è giunto il momento di parlare tentare qualche concorso.

Il dottorato, per moltissimi che lo hanno vissuto, non è solo una full immersion nella ricerca legata all’ambito disciplinare di appartenenza, ma è anche considerato un percorso di auto-conoscenza. Nell’interazione e nell’azione che si mette in campo tutti i giorni lo studente impara a mettere in pratica e ad allenare le competenze comunicative, soprattutto se gli viene richiesto di presentare la ricerca presso convegni o giornate di studio, interne o esterne alla facoltà.

L’altro vantaggio innegabile del dottorato è l’esclusività e la personalizzazione del percorso. Trattandosi di un percorso individuale si differenzia dalle modalità didattiche dei corsi di laurea triennali e magistrali e si concentra sugli interessi, gli strumenti conoscitivi, espostivi e critici peculiari dello studente che porta avanti il dottorato.

Svantaggi del dottorato

concorso per il dottoratoAhimè, dobbiamo anche parlare di questa eventualità. Il dottorato potrebbe presentare degli svantaggi, degli elementi che a volte vengono sottolineati negativamente da chi lo ha fatto o da chi lo sta facendo. Intraprendere un percorso così impegnativo inizialmente può motivare, ma a lungo andare rischia di essere frustrante, anche perché si è consapevoli che il dottorato è un percorso temporaneo che in una percentuale significativa di casi non porta a ulteriori sbocchi.

Il dottorato di ricerca è un percorso impegnativo, che spesso ruba tempo e fatica, e anche se ripaga alla grande può essere in parte causa di stress.

Si deve fare questa scelta se si è motivati da una grande passione, e se si è animati da una buona forza di volontà. Il lavoro dipende molto da questi aspetti. Ma non solo, anche dal tipo di università che si frequenta e dalle persone che la popolano.

Dottorato di ricerca e PhD

Come abbiamo detto il dottorato di ricerca è il grado di istruzione più alto che si possa ottenere in Italia. Chi ottiene questo titolo può fare ricerca nel proprio campo di interesse. Il dottorato è utile anche per la partecipazione ai concorsi, dove questo livello di formazione viene conteggiato positivamente al fine della valutazione finale e sulla base della pertinenza della materia della classe di concorso.

Per vincere il dottorato si devono superare delle prove che possono essere sia scritte che orali. Il numero dei posti che vengono destinati dalle università ai dottorandi può essere ripartito secondo questo modalità:

  • Dottorati di ricerca con borsa
  • Dottorati di ricerca con retribuzione mensile
  • Dottorati di ricerca senza borsa

In quest’ultimo caso lo studente versa le tasse universitaria. La durata è generalmente di tre anni, m ci sono casi di dottorati che durano anche cinque anni.

Il Philosophiae Doctor (PhD) è il corrispettivo internazionale del dottorato italiano, e possiamo considerarlo come l’ultimo livello di formazione universitaria a livello mondiale. Chi affronta la carriera accademica come PhD lo fa perché sa che questo titolo gode di un prestigio ulteriore, che è anche di tipo internazionale.

Stipendio del dottorato

Il trattamento economico che spetta agli studenti del dottorato dipende dai singoli bandi dei concorsi. Gli atenei vengono mettono a disposizione alcuni posti con borsa e altri senza borsa di studio. Coloro che guadagnano un punteggio maggiore nella graduatoria entrano tra i selezionati con borsa di studio e riceveranno un assegno mensile di circa 1200 euro per un importo totale di circa 13.000 euro. Il dottorato di ricerca dal punto di vista previdenziale rappresenta una collaborazione coordinata e continuativa. Dunque il dottorato viene iscritto alla gestione separata INPS e a questa posizione previdenziale vengono versati i contributi.

Se lo studente si reca per ricerca presso atenei esteri è previsto che l’assegno mensile che gli spetta venga aumentato.

Quelli che si sono ritrovati al fondo della graduatoria possono partecipare al dottorato ma senza percepire alcuna indennità economica.

Insomma, fare il dottorato è una gran bella soddisfazione, impegnativo, ma arricchente.

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