Senso di inadeguatezza: ecco come arginarlo

Il senso di inadeguatezza colpisce tutti. Anche dietro le persone che ammiriamo e stimiamo può nascondersi la sensazione di essere sbagliati. Questa percezione interiore può avere sfumature diverse, fino a toccare picchi patologici. Ma lavorando su stessi e sulle cause profonde di questo sentire è possibile acquisire nuovamente una visione positiva della propria persona.

Senso di inadeguatezza: dove nasce?

sindrome dell'impostoreQuesta spiacevole sensazione che avvolge la persona ha origini profonde. È una convinzione radicata che impedisce una visione oggettiva di sé stessi, un filtro interiore tramite il quale si distorce la realtà. Si è convinti di essere sbagliati non per una ragione ben precisa. L’incontro con l’altro è un costante mettersi in gioco, coloro che non hanno maturato gli strumenti per un’interazione sana e costruttiva possono incorrere in difficoltà relazionali e in percezioni distorte come quella di sentirsi inadeguati.

Quando una persona si trova di fronte ad un’occasione di incontro che può contemplare anche delle critiche può reagire in diversi modi:

  • Demoralizzandosi
  • Con rabbia
  • Aumentando le pretese e le aspettative nei confronti delle proprie performance

Quando ci si pone come obiettivo quello di non sbagliare mai, di essere impeccabili, ci si sottopone ad una tensione negativa ed opprimente che spegne la spontaneità e pone le basi per l’insoddisfazione. Ma chi non si sente all’altezza può anche giungere alla conclusione di non essere lui il problema, colpevolizzando gli altri per non accettarlo pienamente. In entrambi i casi si tratta di una difficoltà che pone alla barriera alla socialità.

La situazione che si verifica più spesso è però quella in cui le persone che si sentono inadeguate rivolgono contro sé stessi le ragioni della propria insoddisfazione relazionale e personale, dandosi addosso e contribuendo ad abbassare ulteriormente il livello dell’autostima.

Probabilmente stiamo parlando di sensazioni che tutti abbiamo vissuto almeno una volta nella vita, ma ci sono persone che convivono costantemente con queste convinzioni. Un numero sempre più grande di individui è vittime della cosiddetta sindrome dell’impostore, di cui recentemente si è sentito parlare parecchio.

La sindrome dell’impostore: che cos’è

Un profondo senso di inadeguatezza spesso corrisponde con una sindrome definita dagli psicologi come “dell’impostore”. La spinta che i media e la società stessa esercita sugli individui sembra incitare tutti a raggiungere un ipotetico successo, un’ipotetica realizzazione. Si dovrebbe essere produttivi, creativi, felici. Ma stupisce venire a conoscenza del fatto che spesso dietro alle persone “di successo” c’è una sofferenza che rende difficile vivere i traguardi con gioia.

Immaginiamo che le persone con un buon lavoro o con ottime capacità creative siano automaticamente realizzate e appagate, ma spesso quelle stesse persone sono convinte di non meritare l’approvazione altrui, si sentono inadeguati, forse fortunati, ma non meritevoli. A questa sensazione si accompagna una vergogna che impedisce di vivere serenamente molti momenti della vita.

Se i risultati raggiunti sono il frutto di alte ambizioni la sensazione è ancora più forte. Ecco i sintomi più comuni di questo stato d’animo:

  • Ipercriticità
  • Sminuirsi continuamente
  • Esagerare i difetti personali
  • Svalutare i propri pregi
  • Pensare di non essere all’altezza
  • Pretendere molto da se stessi

Quando il senso di inadeguatezza diventa totalizzante e prende spazio in tutte le sfere della vita può diventare invalidante. In questi casi è giusto rivolgersi a professionisti in psicologia e iniziare un percorso per uscire da questa trappola.

Non sentirsi all’altezza: cosa significa

C’è un termine inglese che viene associato a quella sensazione di essere imperfetti: defectiveness: essere difettosi. Spesso le persone che soffrono di questo pensiero svalutante si chiedono: “che cos’ho io che non va?”. C’è un’emozione precisa che si accompagna all’inadeguatezza ed è la vergogna. Quando questa prende il sopravvento la persona crede che:

  • i propri difetti siano insormontabili
  • non merita di essere amata
  • non merita attenzioni
  • chi prova affetto stia mentendo
  • i risultati ottenuti sono frutto di fortuna

È difficile vivere una vita serena se nonostante la bellezza e la positività che accade quotidianamente sentiamo che non siamo degni di riceverla. Quante volte hai risposto ad un complimento dicendo: “non è vero!”. Anche tu sei forse vittima in forma leggera della sindrome dell’impostore e continui a sminuirti perché pensi che quello che tu fai non vale nulla. Come abbiamo detto prima ci sono due tipiche reazioni:

  • strategia di resa
  • strategia di contrattacco

La strategia di resa è quella che non cerca di arginare il senso di inadeguatezza ma che si arrende. Lo vive e costantemente si pone in un’ottica di ricerca di conferme del proprio valore, dall’esterno. Il livello di autostima è bassissimo e la fiducia nel proprio potenziale davvero molto scarsa.

La strategia di contrattacco prevede un desiderio pressante di affermazione, in cui si ostenta una sicurezza totale, ma solo per non dare a vedere l’inadeguatezza che si percepisce. Tratto tipico di queste persone è l’arroganza e la tendenza a prevaricare.

Come smettere di sentirsi inadeguati

sensazione di sentirsi sbagliatiLa vergogna, lo svilimento, la demoralizzazione bloccano l’evoluzione personale e sociale di un individuo. Come arginare il senso di inadeguatezza? Non è facile, almeno all’inizio. C’è bisogno di un’attenzione rivolta a se stessi e ai propri meccanismi mentali, condita da una buona capacità oggettiva, uno sforzo non indifferente perché ha poca fiducia in sé stesso. Se temi non farcela prova a rivolgerti ad uno specialista, ce ne sono moltissimi che vantano master specifici per supportare le persone che sono vittime di questo genere di disturbi.

Ecco una lista di cose da fare per accrescere l’autostima ed evitare quella brutta sensazione di vergogna che può frenare la tua crescita personale:

  • Osservare i propri pensieri
  • Elencare i propri pregi
  • Cambiare abitudini

Il primo suggerimento ha a che fare con la consapevolezza. Una dote che si coltiva con l’attenzione interiore. Conoscere se stessi è la base per comprendere come siamo fatti. Prendere appunti, anche scrivendo se necessario, su come si innesca il meccanismo di autosvalutazione può aiutare a fare maggiore chiarezza e a individuare modalità risolutive.

A volte è difficile contattare emozioni dolorose, ma è positivo il fatto che questa difficoltà sia in grado di far scattare un meccanismo di miglioramento. Conoscendo il nostro senso di inadeguatezza fino in fondo impariamo ad osservalo, a prevederlo e ad arginarlo.

Puoi anche fare uno sforzo in più e scrivere una lista dei tuoi pregi. Ti costerà fatica se non sei abituato, ma inizialmente prendila come un gioco. Rispetta la regola base: devi indicare solo pregi. Prova a segnare quelli che gli altri ti hanno fatto notare, facendoti complimenti oppure osservazioni positive. Scoprirai che ci sono altri elementi della tua persona che emergono e probabilmente riuscirai a riconoscerli più facilmente.

Cambiare abitudini è un altro modo per ingannare il cervello e scardinare strane convinzioni. Gli automatismi a lungo andare non ci fanno bene, non ci permettono di avanzare. Se la paura di sbagliare ti blocca sul posto di lavoro prova a scrivere una lettera a te stesso in cui espliciti questa paura e trovi una soluzione, magari modificando un atteggiamento quotidiano, come entrare a testa bassa in ufficio o tenerti in disparte al tavolo della mensa.

A volte è l’educazione ha lasciare i solchi più indelebili sulla personalità. C’è chi sostiene che l’inadeguatezza dipenda dal mondo in cui siamo cresciuti e dal rapporto con i famigliari stretti: madre, padre e fratelli o sorelle. Eppure non è sempre stato così presente questo tipo di problema. Negli ultimi decenni è scattato l’allarme, forse a causa di un ideale di perfezione veicolato dai mass media. Ma la perfezione non esiste. Fai in bel respiro, ricorda chi sei, unico, fragile ma vero. Trattati bene.


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